Il pavone bianco di D.H.Lawrence

Titolo: Il pavone bianco

Autore: D.H.Lawrence

Editore: Dall’Oglio

Pagine: 298

Prezzo: Questo volume non si trova tanto facilmente. Nel titolo c’è il link per un usato su IBS altrimenti spulciate le bancarelle di seconda mano

 

  • Copertina: 4♥/5
  • Storia: 4♥/5
  • Stile: 4♥/5

 

Nerthermere è il più grande di 3 stagni e proprio nel bosco che si affaccia sulla sua riva c’è la casa di Lettie e Cyrill.

Poco distante altri giovani vivono con le proprie famiglie. Leslie, impulsivo e permaloso, Giorgio sbruffone e sicuro di sé con la sorella Emily impressionabile e posata, Alice scherzosa, Marie affettuosa.
Le loro giornate sono cadenzate dal ritmo della natura, del lavoro nei campi. Scherzano, si burlano l’un l’altro. L’età però per provare anche dei sentimenti c’è, come ci sono i primi sguardi maliziosi.
Si incontrano, si confrontano. Si vedono alle feste, nelle gite e l’amore nasce nella sua forma più pulita fatta di slanci e promesse.
Come un’ombra si staglia sullo sfondo un burbero guardiacaccia, precursore del Mellors in L’amante di Lady Chatterley.
Un uomo schivo e riflessivo che porta con se il simbolo di quel pavone bianco, titolo dell’opera, uccello di rara bellezza, effimero, sfuggente.
Gli anni passano, la giovinezza lascia il posto all’età delle scelte e conseguentemente delle separazioni. Ma solo fisicamente ci si allontana.
Si vedrà come i sentimenti rimangano inalterati, silenti, affacciandosi ad ogni incontro che permette il destino.
Sarà evidente come l’autenticità di ciò che si prova rimane nel cuore amareggiando qualsiasi seconda scelta.
Il legame tra la contraddittoria Lettie e il rozzo Giorgio spadroneggerà fino alla fine, addolcito da una natura in continuo mutamento a rendere più lieve il loro tormentato amore.
Questo romanzo è sicuramente un inno alla natura. Gli uccelli, i piccoli mammiferi del bosco, i fiori e i grandi alberi maestosi tutto ha un suono, un colore, un rumore, ed insieme creano una meravigliosa melodia ammaliante e rassicurante.
Ogni vento, ogni cambiamento tra i personaggi è sentito anche dall’ambiente circostante che piega o innalza la sua bellezza ai sentimenti umani.
Chi racconta la storia è Cyrill che ha un ruolo molto passivo. È un osservatore con il privilegio di vedere le cose dal loro interno. Spesso ci si dimentica di lui se non fosse per l’uso della prima persona.
I grandi temi che Lawrence ha sempre affrontato nei suoi romanzi qui sono accennati, mancano di forma.
Onnipresente la miniera, metafora del progresso e dell’industrializzazione. Un’ombra ancora non pressante ma che incombe sui protagonisti come una minaccia.
Il Lawrence che troviamo qui è acerbo, ruvido.
Non c’è molta fluidità nella narrazione e i dialoghi non sono fatti pensando al lettore; essi perdono qualsiasi funzione e diventano semplicemente esternazioni di personaggi.
Alcuni passaggi, di secche botta e risposta non sono stati facili.
Il suo lirismo è promettente, potente e preme per esprimersi in tutta la sua passionalità.
Non è un libro che è possibile consigliare a cuor leggere perché per apprezzarlo non solo si deve avere inclinazione per la prosa di Lawrence ma soprattutto si deve, secondo noi, prima aver letto opere più mature.
Così infatti sarebbe possibile cogliere tracce di quella splendida ed impegnativa penna che diventerà senza lasciarsi influenzare dai passi stentati ma pur sempre apprezzabili di questo romanzo.
Precedente Il vero amore è una quiete accesa di Francesco Randazzo Successivo Estratto da In fondo al tuo cuore di M.de Giovanni